Luigi Franciosini

Cristina Caporaso e Chiara Castiello

Domanda:

In che modo ha bilanciato l'integrazione con il contesto storico-culturale circostante e l'innovazione architettonica nel progetto del Museo della Scienza? Quali sono gli elementi architettonici che secondo lei mettono in risalto il legame con il passato e allo stesso tempo proiettano un'immagine urbana dinamica e moderna?

Foto dell'incontro:



LUIGI FRANCIOSINI

L’architetto Luigi Franciosini è nato ad Orvieto il 27 maggio 1957, si è laureato presso l’Università degli Studi “La Sapienza”, Facoltà di Architettura di Roma ed è al contempo libero professionista e professore presso la facoltà di architettura di Roma Tre. Nel 1992 consegue il titolo di Dottore di Ricerca in Composizione Architettonica e nel 1994 svolge per un periodo il ruolo di professore alla Carnegie Mellon University di Pittsburh (USA), dove è responsabile del Second Year Design Studio, masonry and wood construction.

Dal 1996 inizia la sua attività di professore a contratto per l’insegnamento di Caratteri Tipologici e Morfologici dell’architettura presso la Facoltà di Architettura di “Roma Tre”. Dal 2002 ricopre il ruolo di Ricercatore in Composizione Architettonica ed Urbana ed attualmente insegna presso la facoltà di architettura di Roma Tre.

Un’attività di ricerca  integrata alla didattica e alla sperimentazione progettuale in cui prevale una visione aperta, dinamica, che ricerca corrispondenze e nessi tra ambiti scientifici ed umanistici, luogo di convergenza dei diversi saperi, e che si situa in un campo di interazioni disciplinari ampio e fisiologicamente evolutivo, orientato verso la comprensione e la valorizzazione del patrimonio, che comprende il territorio abitato, l’evoluzione della forma della città, la sua rivitalizzazione e attualizzazione e il suo reinserimento attraverso l'innovazione tecnica nel contesto degli usi, delle necessità sociali, culturali e pratiche, attuali e future. I temi di ricerca si concentrano sulla forma del territorio e i principi insediativi. Si promuove il riconoscimento del valore strutturale della forma fisica come base del territorio abitato e si sviluppano metodologie di analisi per una corretta strategia operativa.

Un approccio didattico rivolto a stimolare la capacità di interrogarsi sulla natura dei fenomeni, che sappia riconoscere la struttura originaria ed essenziale dei principi costituenti il fare architettonico: risalire dalla complessità verso l’essenzialità archetipica degli elementi di base. E’ sulla tettonica dell’architettura, sulla dialettica tra ideazione e formalizzazione, sul rapporto tra luogo e paesaggio, che si orienta il programma formativo. In questo quadro, da un lato il territorio (nel suo restituirsi attraverso segni visibili e memorie evocanti) assume un ruolo centrale mediante il quale il procedimento ideativo prende avvio: esso legittima il progetto spiegandone le ragioni, il suo radicamento fisico e simbolico nel reale. Dall’altro, si afferma la necessità di dimostrare come l’architettura non possa che scaturire da come la forma deve essere fatta, in una continua ricerca di coerenze tra ragioni di costruzione, di organizzazione e di misura.

 

"Museo della Scienza di Roma"

Franciosini si cimenta ad esempio nella progettazione del "Museo della Scienza di Roma", Servizio Pubblico Urbano (Attrezzatura collettiva culturale), nell'ambito del processo di trasformazione urbana dell'ex Stabilimento Militare Materiali Elettronici e di Precisione di Via Guido Reni a Roma.       





             

Il progetto si integra in modo coerente con il sedime degli Stabilimenti Militari e il contesto cittadino circostante. L'architettura cerca di amplificare l'esperienza urbana attraverso elementi architettonici emergenti, come i canali contorti del MAXXI, la calotta sferica dello stadio Flaminio e le torri solari. Questi elementi sembrano contribuire a un'immagine urbana intensa e dinamica.  Si conserva l'antico recinto, diventando parte integrante del complesso museale. Il progetto dialoga con il carattere architettonico del castrum militare e il paesaggio urbano circostante, mantenendo un'impronta regolare. L'architettura si basa su principi compositivi chiari, che includono la conservazione del recinto, l'uso di strutture in cls armato e acciaio per la volumetria del museo, e una copertura concepita come un frammento di paesaggio naturale. Il museo diventa un punto di incontro tra scienza e storia, con sei elementi iconici che includono il perimetro murario dell'ex Stabilimento Militare e una nuova piazza. I colori utilizzati richiamano atmosfere emotive e paesaggi romani, enfatizzando il rapporto con la città. L'approccio progettuale prevede la creazione di una grande sala multifunzionale senza pilastri intermedi, che assicura massima flessibilità nello spazio e unifica le diverse funzioni richieste dal programma museografico.


La discontinuità topografica tra città antica e moderna

Un altro progetto che ci ha interessato molto dell’architetto Franciosini è “il sistema tra Piazza Venezia e la Valle del Colosseo: una nuova forma per lo spazio pubblico.”

Il nuovo sviluppo prevede più di una destinazione d'uso: uno spazio pubblico in cui si svolgeranno servizi e attività sia per i turisti che per i cittadini. Il progetto è quello di trasformare la città storica in un patrimonio culturale fruibile da tutti. L'obiettivo è rispondere al problema relativo alla discontinuità tra i diversi strati su cui si è sviluppata la città nel corso dei secoli. Sarà modellato lungo i confini per dare identità agli spazi che si trovano tra i livelli e per garantire una connessione tra loro.  Dove oggi si trova Via dei Fori Imperiali verrà collocata una nuova superficie. Non sarà allungato in una direzione, ma i rami lo estenderanno verso est e verso ovest.

La strategia di progettazione offrirà una soluzione a tre sistemi:

  •        il sistema archeologico, composto da sentieri e ruderi, elementi sparsi, densi e rarefatti;

Il progetto mira a trasformare l'archeologia da uno sfondo scenografico a un elemento attivo e integrato nel tessuto urbano. I confini monumentali lungo Via dei Fori Imperiali e Via Alessandrina saranno resi più uniti eliminando le barriere fisiche e ridefinendo gli spazi, favorendo la continuità spaziale e visiva. Il nuovo sito archeologico sarà concepito come una sequenza di spazi pubblici liberamente accessibili, dove i servizi turistici si integrano con le attività quotidiane, favorendo una continuità armoniosa con la città.

  •         il sistema moderno e contemporaneo, mix di direzioni e destinazioni, assi fisici e visivi e architetture monumentali;

Il progetto integra le rovine nel paesaggio urbano, consentendo passeggiate tranquille tra le rovine e la vivacità della città. Si reinterpretano e riaprono gli assi trasversali urbani precedentemente ostruiti dalle recinzioni archeologiche, collegando diverse zone e facilitando l'accesso ai monumenti. Si ripristina la continuità spaziale tra diverse strade, creando un nuovo collegamento tra Piazza Venezia e il Colosseo. Si preserva Via Alessandrina per mantenere la continuità con il contesto urbano. Le intersezioni con i siti archeologici diventano aree pubbliche coperte, promuovendo l'interazione diretta tra i Fori Romani e quelli Imperiali. La superficie seguirà i confini e le linee tra gli strati urbani, permettendo la connessione tra luoghi separati e creando nuovi rapporti spaziali e visivi. Si favorisce la leggibilità delle aree delimitate e delle tracce storiche lasciate dalle trasformazioni nel corso dei secoli.

  •          il sistema vegetale, organizzato in filari, masse e tappeti erbosi in modo da plasmare e dare una chiara forma e identità al paesaggio e orientare l'osservazione.

La vegetazione sarà utilizzata come strumento architettonico, modellando spazi vuoti e percezione per una piena trasformazione di quest'area in un luogo pubblico spazio. Il nuovo sistema avrà un collegamento diretto con il tradizionale giardino all'italiana.

Obiettivo del progetto è quello di aprire l'area archeologica, come spazio pubblico, gratuito, accessibile, che partecipa alla vita quotidiana dei cittadini. Si immaginano tre tipologie di spazi:

  1.    spazi pubblici completamente aperti ai pedoni e, occasionalmente, ai veicoli di emergenza;
  2.    spazi pubblici protetti e controllati, con orari di apertura pedonale come parchi, ville storiche e     altre aree archeologiche urbane;
  3.   specifici belvedere esterni e musei, accessibili solo con biglietto. Il sistema museale esistente sarà completato da nuovi poli e da edifici storici restaurati.

La nuova AACR consentirà di creare uno spazio per la comunità, non solo per il turismo. Sarà in grado di fornire servizi pubblici alla città: un centro civico, un centro anziani, una biblioteca, spazi didattici e di ricerca, sale convegni e servizi culturali per animare le nuove piazze in Via dei Fori Imperiali.

Nel progetto la mobilità svolge un ruolo strategico, considerando il contesto urbano e la necessità di decentramento, rinnovamento e sostenibilità. Si prevede l'implementazione di nuove linee metropolitane, potenziamento delle stazioni Colosseo e Piazza Venezia della linea C, e l'introduzione della tramvia Casaletto-Venezia fino a Termini attraverso Via Nazionale. La Via dei Fori Imperiali sarà riservata ai pedoni e ai mezzi di soccorso, promuovendo politiche sostenibili nel nuovo PGTU e il ripristino funzionale del centro storico attraverso l'ampliamento e la ridefinizione delle ZTL. Questa operazione filtrerà il traffico veicolare proveniente dai punti chiave attorno all'anello ferroviario, valorizzando funzionalmente il centro storico. Il sistema migliorerà l'esperienza dei flussi turistici con servizi di trasporto pubblico adeguati attorno all'AACR, inclusi nuovi mezzi di trasporto come autobus espressi, tram e metropolitana. Si prevede anche una nuova rete di minibus elettrici per la distribuzione interna nelle zone pedonali. L'accesso alle AACR sarà guidato da sei "porte" pubbliche che indirizzeranno i flussi pedonali provenienti da diverse parti della città verso le attrazioni archeologiche e i punti centrali, come le stazioni Colosseo e Piazza Venezia che fungeranno da accesi sia alla rete sotterranea sia agli spazi archeologici.










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